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Per tutto il Medioevo non esistette una sola città paragonabile a Roma per la quantità e la qualità dei monumenti posseduti e per il numero di visitatori che vi giungevano, desiderosi di visitare i centri più importanti della cristianità ma anche attratti dal fascino delle antiche vestigia pagane. L'esigenza di indicazioni per muoversi nella città portò alla compilazione delle prime guide per i pellegrini, da cui scaturì nel XII secolo un originale prodotto letterario, i Mirabilia urbis Romae, che ebbe innumerevoli versioni nei tre secoli successivi. In questa tradizione spicca per originalità la Narrazione delle meraviglie della città di Roma, compilata tra il XII e il XIII secolo da un erudito inglese, maestro Gregorio. Formatosi culturalmente nello studio dei classici, l'autore è completamente assorbito dalla contemplazione dell'antica Roma - al punto di trascurare la città cristiana e descrive con vera passione artistica i monumenti pagani. Fin da primo impatto ci comunica il fascino subìto, quando dall'altura di Monte Mario gli si presenta una città dove "così numerose sono le torri da sembrare spighe di grano, tante le costruzioni dei palazzi, che a nessun uomo riuscì mai di contarle". Di questa opera singolare il libro fornisce il testo originale latino e la traduzione italiana a fronte, preceduti da un ampio studio introduttivo.